Carissime sorelle e carissimi fratelli,
a voi che la malattia sta condizionando la vita, mi rivolgo per farvi giungere la vicinanza mia personale e di tutta la Chiesa di Rieti.
Quando i giorni vi sembrano interminabili, quando vi assale lo scoraggiamento, quando provate la pesantezza della solitudine, vi accompagni una certezza: non siete soli!
Sentitevi accarezzati da tutti noi, ma soprattutto abbracciati dall’amore compassionevole del Signore, che vi ama e vi stringe forte forte sul suo petto.
Voglio consegnarvi e vi chiedo di recitare ogni giorno questa preghiera.
Padre mio, io mi abbandono a te. Fa’ di me ciò che ti piace.
Qualsiasi cosa tu faccia di me, io ti ringrazio.
Sono pronto a tutto. Accetto tutto.
Purché la tua volontà sia fatta in me e in tutte le tue creature.
Non desidero altro, mio Dio. Rimetto la mia anima nelle tue mani.
Te la dono, mio Dio, con tutto l’amore del mio cuore, perché ti amo.
Ed è per me una necessità di amore donarmi e rimettermi nelle tue mani.
Senza misura, con infinita fiducia. Perché tu mi sei Padre.
È una preghiera di Charles de Foucauld. Non è facile recitarla. Ma forse è l’unico modo che può donarvi la forza necessaria per non abbattervi e affrontare la sofferenza che state attraversando.
Vi abbraccio, vi benedico e sappiate che vi voglio molto bene.
+ Vito, vostro vescovo