Il 15 ottobre alle ore 10, ad Amatrice, avrà luogo la cerimonia di posa della prima pietra di Casa Futuro. Prenderà così il via uno dei più impegnativi progetti di ricostruzione privata nelle zone colpite dal terremoto dell’agosto 2016. Alla cerimonia saranno presenti il vescovo Domenico, don Savino D’Amelio, Superiore Generale della Famiglia dei Discepoli di Don Minozzi e don Michele Celiberti, presidente dell’Opera Nazionale per il Mezzogiorno d’Italia, con il Commissario Straordinario Ricostruzione Sisma 2016, Giovanni Legnini; il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti; il sindaco di Amatrice, Giorgio Cortellesi e i rappresentanti delle istituzioni locali.
Il cantiere è stato consegnato il 27 settembre alle imprese che si sono aggiudicate i lavori in seguito alla procedura negoziata di selezione disposta dall’Opera nazionale per il Mezzogiorno d’Italia con il supporto della diocesi di Rieti. Sono state invitate a partecipare alla selezione realtà imprenditoriali dalla certificata capacità di affrontare la mole e la complessità dei lavori. Avvenuta su invito, la procedura si è svolta seguendo criteri di trasparenza. Si è aggiudicato l’appalto il raggruppamento che ha garantito le condizioni economiche più vantaggiose e dimostrato di avere i requisiti organizzativi e tecnici necessari all’esecuzione di tutte le attività richieste dall’appalto. Particolare cura e attenzione è stata rivolta dal committente ai temi delle condizioni di lavoro e della sicurezza, che sono stati decisivi nella scelta finale dell’operatore. Per l’esecuzione dei lavori l’Ufficio speciale per la ricostruzione del Lazio ha emesso un decreto di contributo di quarantotto milioni di euro. Il progetto porta la firma dell’architetto Stefano Boeri, che sarà presente alla cerimonia.
«Superata la lunga e complessa fase della progettazione – spiega il vescovo Domenico – guardiamo l’avvio del cantiere come una spinta alla rinascita delle terre colpite dal terremoto. Casa Futuro garantirà spazi per i giovani, servirà alla formazione e allo studio e sarà utile per valorizzare le risorse del territorio legate alla produzione agroalimentare; ospiterà funzioni di carattere amministrativo e sociale e tornerà ad essere la casa madre dell’Opera nazionale per il Mezzogiorno d’Italia. Un complesso di funzioni che la mano dell’architetto Boeri, guidata dall’idea dell’ecologia integrale espressa da papa Francesco, ha organizzato in quattro corti tenendo insieme i piani della contemplazione e dell’azione».